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100% rinnovabili non è un’utopia

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Possibile raggiungere produzione energetica che derivi al 100% da risorse rinnovabili entro il 2050

Lo studio è stato condotto da un pool di 27 ricercatori provenienti dalle Università di Stanford, Berkeley, Berlino e Aarhus, capitanati dal prof. Mark Z. Jacobson della Stanford School of Earth, Energy, and Environmental Sciences.

Questo lavoro, dal titolo “100% Clean and Renewable Wind, Water, and Sunlight All-Sector Energy Roadmaps for 139 Countries of the World”, traccia una roadmap al 2050 per la transizione verso sistemi energetici 100% rinnovabili in 139 paesi che sono responsabili del 99% delle emissioni globali e prefigura un piano di azione per trasformare tutte le infrastrutture di ciascun paese considerato (elettricità, trasporto, riscaldamento/raffrescamento, industria, agricoltura e foreste) in modo da poter essere alimentate essenzialmente dalle fonti eolica, idrica e solare.

Questo risultato rivoluzionario sarebbe possibile per due fattori: l’aumento di impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili ed il risparmio energetico derivante da questa transizione. Infatti, lo studio sottolinea come la transizione dall’attuale modello energetico verso un modello energetico alimentato da fonti rinnovabili al 100% causerebbe la riduzione dei consumi finali del 42,5%.

I risultati di questa rivoluzione energetica sarebbero tantissimi e coinvolgerebbero ogni aspetto della vita sociale, si avrebbero risultati positivi non solo dal punto di vista ambientale, ma anche economico, si creerebbero nuovi posti di lavoro stabili e si andrebbe a salvaguardare ulteriormente la salute delle persone.

Infatti, secondo le stime dello studio, questo processo di conversione dei sistemi energetici creerebbe circa 24,3 milioni di addetti netti permanenti (quindi tenendo conto anche dei posti di lavoro persi) ed evitarebbe 4,6 milioni di morti premature ogni anno causate dall’inquinamento atmosferico. Un modello di questo tipo potrebbe, inoltre, evitare costi sociali e ambientali fino al 2050 molto elevati: 22.800 miliardi di dollari all’anno per i costi di inquinamento e 28.500 miliardi di dollari per i costi legati ai cambiamenti climatici.

Lo studio analizza anche la situazione specifica dell’Italia che, a causa delle favorevoli situazioni climatiche, avrebbe addirittura un beneficio superiore alla media. Il bilancio tra posti di lavoro creati nelle energie pulite e posti persi nelle energie tradizionali in Italia porterebbe a un attivo di 485.000 nuove occupazioni, mentre le morti evitabili ogni anno si attesterebbero tra le 5.000 e le 45.000.

Inoltre, questo permetterebbe un risparmio pro-capite di 321 € l’anno sulle bollette, che sale a 6.500 € l’anno considerando anche i minori costi climatici e sanitari legati all’inquinamento.

Questa rivoluzione deve partire da ognuno di noi!
Contattaci per avere ulteriori informazioni.

 

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